sabato 16 marzo 2013

Il miglior alunno sulla buona strada. La troika, la settima valutazione e un paese che affonda


Se qualcuno volesse un'idea di che cosa significano le misure di “austerità” imposte ai paesi sottoposti al programma della troika (Commissione Europea, Banco Centrale Europeo e Fondo Monetario Internazionale), non dovrebbe far altro che guardare al Portogallo. E forse è proprio per questo motivo che se ne parla così poco. Dopo 18 giorni di riunioni, il governo e la troika hanno presentato i risultati della settima valutazione: una sequenza ininterrotta di previsioni smentite.
Il governo di Passos Coelho e del ministro delle finanze Vitor Gaspar ha sempre impiegato il massimo impegno nel mostrarsi “miglior alunno” del rigorismo europeo, e a quanto pare ha fatto i compiti a casa diligentemente, aiutato anche da una situazione sociale interna tesa ma non ancora equiparabile a quella greca. Le misure di consolidamento dei conti, presentate da Gaspar, per gli anni 2012 e 2013 (e che si sono tradotte essenzialmente in aumento delle tasse e tagli nei salari e nelle pensioni) hanno totalizzato un risparmio di quasi 15 miliardi e mezzo di euro, più del doppio dei 7 miliardi e mezzo inizialmente previsti dal memorandum con la troika. Il che, in un paese tendenzialmente povero, con una classe media fragile e una élite economico-finanziaria molto ristretta e che non ha grandi difficoltà a mettersi al riparo dall'aumento delle imposte (dirette e indirette), significa meno soldi in tasca, meno consumi, meno investimenti, meno lavoro, meno entrate fiscali.